Abbazia Cistercense di Casamari


Abbazia Cistercense di Casamari


Nel territorio di Veroli, a circa 8 km dal centro storico, è l’Abbazia Cistercense di Casamari. Qui era un antico insediamento romano, chiamato Cereatae Marianae a ricordare il luogo natio del sette volte console romano Caio Mario.

Sulle rovine degli edifici antichi nel 1005 quattro chierici verolani di nome Benedetto, Giovanni, Orso e Azzo innalzarono una prima chiesa benedettina. Nell’anno 1152 la comunità benedettina venne sostituita dai Cistercensi; i lavori di costruzioni dell’attuale complesso abbaziale iniziarono nel 1203 (la prima pietra fu benedetta da papa Innocenzo III) sotto la direzione del monaco Guglielmo da Milano. Nel 1217 la nuova chiesa fu consacrata da Papa Onorio III e dedicata ai Santi Giovanni e Paolo e alla Vergine Assunta. Questa monumentale abbazia ha vissuto nel corso della sua storia pagine gloriose e vicende tristi. Basta ricordare le devastazioni dei Saraceni prima, di Giovanni Calcola e Attendolo Sforza nel 1417, delle truppe napoletane nel 1799 e dei reazionari nel 1816. Fortunatamente la massiccia costruzione ha resistito a tante barbarie, mantenendo intatta la purezza della linea e della grandiosità dello stile dell’architettura gotico- cistercense in Italia. L’ingresso lungo le mura esterne dell’ abbazia avviene attraverso una grande apertura al piano inferiore della casa abbaziale, ambiente anticamente riservata all’abate commendatario. La costruzione è ingentilita da una loggia a bifore, poggiante su un arioso arco a tutto sesto, che ne ingloba altri due di diverse dimensioni a sesto acuto e di più antica origine. Maestosa e severa si presenta la facciata della chiesa. Nell’atrio, formato da tre volte a crociera costolonate, il portale principale è incorniciato da un insieme di archi sorretti da colonnine. La lunetta è decorata con due croci greche e una stella floreale a otto raggi. La chiesa, a croce latina, ha tre grandi navate con ampie arcate a sesto acuto. La navata maggiore consta di sette arcate ogivali che danno luce ed ingresso alle navate laterali. Inizialmente l’interno riceveva luce da 88 finestre ma, nel 1572, il cardinale Monelli, abate commendatario dell’abbazia, ordinò che parte di esse fossero chiuse per proteggere la comunità monastica nei momenti di preghiera dal freddo invernale. Nell’abside si aprono cinque monofore ed un rosone a sei lobi. Qui è collocato il coro dei monaci che originariamente, secondo le regole cistercensi, era posizionato lungo la navata centrale. Nel transetto si aprono 4 cappelle, in una di esse si conserva l’antico altare della chiesa benedettina poi sostituito da uno in stile barocco sormontato da baldacchino, dono del Pontefice Clemente XI, che contrasta e risalta la semplicità e il rigore della struttura gotico–cistercense che lo circonda. Il chiostro presenta su ogni lato 4 bifore a tutto sesto. Sul lato sud è da notare un capitello con piccole teste che secondo la tradizione rappresentano Federico II, Pier delle Vigne e l’abate Giovanni V di Casamari. Dal qui si può osservare il basso campanile, una modifica del XVII secolo, costituito da un piano di grandi bifore rette da fasci di tre colonnine. La sala capitolare, di forma quadrata, rappresenta un vero gioiello di architettura gotico-cistercense. Quattro grandi colonne sorreggono le volte a crociera delle nove campate. L’odierno refettorio è costituito da una vasta sala divisa da sette possenti colonne cilindriche coronate da grossi capitelli ottagonali. In origine questo ambiente era il dispensarium, cioè il magazzino dell’abbazia. All’interno del monastero vi è un Museo Pinacoteca, ospitato in diverse sale duecentesche. Vi si conservano numerosi reperti archeologici rinvenuti nella campagna circostante, tra cui possiamo ammirare: cippi marmorei, residui di mosaici, monete romane, tronchi di statue e degli ex voto in terracotta. Nella pinacoteca si possono altresì ammirare opere raffiguranti: S. Antonio, e S. Agostino di Cecco del Caravaggio, La Deposizione di Filippo Draghi, Gesù e la Samaritana e La Fuga in Egitto di Annibale Caracci, La Madonna col Bambino e San Giovanni della Scuola di Raffaello. La Biblioteca antica, realizzata nell’ala dei conversi, conta circa 25.000 volumi, pergamene e incunaboli. L’abbazia di Casamari con Regio Decreto del 28 febbraio 1874 è stata dichiarata monumento nazionale.
Sulle rovine degli edifici antichi nel 1005 quattro chierici verolani di nome Benedetto, Giovanni, Orso e Azzo innalzarono una prima chiesa benedettina. Nell’anno 1152 la comunità benedettina venne sostituita dai Cistercensi; i lavori di costruzioni dell’attuale complesso abbaziale iniziarono nel 1203 (la prima pietra fu benedetta da papa Innocenzo III) sotto la direzione del monaco Guglielmo da Milano. Nel 1217 la nuova chiesa fu consacrata da Papa Onorio III e dedicata ai Santi Giovanni e Paolo e alla Vergine Assunta. Questa monumentale abbazia ha vissuto nel corso della sua storia pagine gloriose e vicende tristi. Basta ricordare le devastazioni dei Saraceni prima, di Giovanni Calcola e Attendolo Sforza nel 1417, delle truppe napoletane nel 1799 e dei reazionari nel 1816. Fortunatamente la massiccia costruzione ha resistito a tante barbarie, mantenendo intatta la purezza della linea e della grandiosità dello stile dell’architettura gotico- cistercense in Italia. L’ingresso lungo le mura esterne dell’ abbazia avviene attraverso una grande apertura al piano inferiore della casa abbaziale, ambiente anticamente riservata all’abate commendatario. La costruzione è ingentilita da una loggia a bifore, poggiante su un arioso arco a tutto sesto, che ne ingloba altri due di diverse dimensioni a sesto acuto e di più antica origine. Maestosa e severa si presenta la facciata della chiesa. Nell’atrio, formato da tre volte a crociera costolonate, il portale principale è incorniciato da un insieme di archi sorretti da colonnine. La lunetta è decorata con due croci greche e una stella floreale a otto raggi. La chiesa, a croce latina, ha tre grandi navate con ampie arcate a sesto acuto. La navata maggiore consta di sette arcate ogivali che danno luce ed ingresso alle navate laterali. Inizialmente l’interno riceveva luce da 88 finestre ma, nel 1572, il cardinale Monelli, abate commendatario dell’abbazia, ordinò che parte di esse fossero chiuse per proteggere la comunità monastica nei momenti di preghiera dal freddo invernale. Nell’abside si aprono cinque monofore ed un rosone a sei lobi. Qui è collocato il coro dei monaci che originariamente, secondo le regole cistercensi, era posizionato lungo la navata centrale. Nel transetto si aprono 4 cappelle, in una di esse si conserva l’antico altare della chiesa benedettina poi sostituito da uno in stile barocco sormontato da baldacchino, dono del Pontefice Clemente XI, che contrasta e risalta la semplicità e il rigore della struttura gotico–cistercense che lo circonda. Il chiostro presenta su ogni lato 4 bifore a tutto sesto. Sul lato sud è da notare un capitello con piccole teste che secondo la tradizione rappresentano Federico II, Pier delle Vigne e l’abate Giovanni V di Casamari. Dal qui si può osservare il basso campanile, una modifica del XVII secolo, costituito da un piano di grandi bifore rette da fasci di tre colonnine. La sala capitolare, di forma quadrata, rappresenta un vero gioiello di architettura gotico-cistercense. Quattro grandi colonne sorreggono le volte a crociera delle nove campate. L’odierno refettorio è costituito da una vasta sala divisa da sette possenti colonne cilindriche coronate da grossi capitelli ottagonali. In origine questo ambiente era il dispensarium, cioè il magazzino dell’abbazia. All’interno del monastero vi è un Museo Pinacoteca, ospitato in diverse sale duecentesche. Vi si conservano numerosi reperti archeologici rinvenuti nella campagna circostante, tra cui possiamo ammirare: cippi marmorei, residui di mosaici, monete romane, tronchi di statue e degli ex voto in terracotta. Nella pinacoteca si possono altresì ammirare opere raffiguranti: S. Antonio, e S. Agostino di Cecco del Caravaggio, La Deposizione di Filippo Draghi, Gesù e la Samaritana e La Fuga in Egitto di Annibale Caracci, La Madonna col Bambino e San Giovanni della Scuola di Raffaello. La Biblioteca antica, realizzata nell’ala dei conversi, conta circa 25.000 volumi, pergamene e incunaboli. L’abbazia di Casamari con Regio Decreto del 28 febbraio 1874 è stata dichiarata monumento nazionale.


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